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non sarà mica la volta buona che mi addentro in questa”mostruosa” realizzazione?
Un anno fa inziai con CI e i primi messaggi furono: il bimbo è morto,…e cose di questo tipo.
Non realizzai subito, ma l’impressione fu come di una ..Catena di Sant’
Antonio, a dir poco… però mi sono documentata in maniera “mostruosa” alla mia maniera…ma tutto giace intonso nelle cartelle, ancora da tradurre dalle varie lingue…magari me lo cerco anche in russo, così abbiamo un vasto raggio geografico….mi organizzo!!!!
a dopo
Ivana
magari, intanto che lo gustate vi do qualche pilloletta, no? non per digerire,,,ma per conoscere la storia…
se gradite, ben inteso… 😉
Ciao 😀 😀 😀 😀
Ivana
Le foto sono in viaggio!
Ivana
@gaviota argentea wrote:
Io invece ho ricordi di quello a manovella: Io e mia sorella ci contendevamo l’onore di adoperarlo!
L’altro mi incuriosisce: antenato della famigerata sparabiscotti o torchio per la pasta?
Comunque, Ivana te li invidio molto!
L’altro oggetto è uno dei tanti tipi di torchio per pasta.
Anche in casa mia ce n’era uno, era proprio murato a un muro portante della loggia, a circa un metro da terra, e da noi serviva (non solo per la nostra famiglia, ma anche per braccianti del vicinato) per la pasta di sola farina di grano tenero e acqua, un impasto durissimo, che man mano veniva introdotto nell’apertura superiore a tozzo imbuto, e azionando dall’alto in basso una “pertica” faticosissima, si “sfornavano” solo tre tipi di pasta: maccheroni, gramigna e spaghetti. Penso che servissero tre persone a gestire questa operazione, io che a pancia contratta sulla pertica l’abbassavo e rialzavo e dovevo essere brava a mantenere un ritmo ordinato, un’altra persona introduceva l’impasto e lo premeva verso l’interno, e all’altro capo una terza persona tagliava a giusta misura questi tipi di pasta…..anhe qui c’era la sapienza della consuetudine…vale a dire tutto a regola d’arte!
Mi sto rilassando, ho preparato per il pranzo di domani e i piedi mi bruciano…
Ciao
Mie care ragazze, (questa è una menata)
che invidiate? Io non posseggo niente di tutto questo!
Ho solo fatto un percorso culturale, sul tema cucina e dintorni, nel mio paese ed altri limitrofi per documentare la civiltà contadina e non, dei lustri attorno alla metà del novecento.
Ho raccoltoi oggetti che mi aiutassero a parlare di questo!Sono oggetti che a volte giacciono nelle cantine, o in magazzini, non parlano… io ho voluto, invece, ridare loro un po’ di vita, raccogliendoli ed esponendoli in un ambiente in verità degno di cose più elevate…(ma c’erano pure quelle!!), legando assieme ambienti, attrezzi, ricette, usanze.
Una faticaccia, con gli “anatemi” di un Cerbero, che non si è ancora adeguato ad una “matta da legare” come me!!!Io ho la digitale facile…praticamente un’appendice della mano e dell’occhio, mi viene una idea. o meglio un oggetto, un atteggiamento, un panorama, possono suggerirmi all’improvviso un certo discorso…quindi foto, poi archiviazione in un dato modo, appunti su blocco note , e inizia la ricerca per allargare, documentare, testimoniare…
Tanto mi conoscono già…quindi meglio rimanere su questa linea…andare avanti e realizzare sempre qualcosa di nuovo, non solo per me ma anche per altri!
Mi riferisco alla mostra, che se vi degnate di guardare nel mio album, trovate, in tre foto: copertina del libretto di introduzione contenente alcune ricette antiche, e due foto di me stessa nell’ambiente designato.
Vi racconto un piccolo particolare:
Qui da noi usava tenere nella grande cucina, a volte unico ambiente da giorno, nelle case di campagna, i grandi quadri dalle cornici dorate, da rinfrescare di tanto in tanto con pennello e porpora, che non erano altro che foto di famiglia, patriarcale, che un fotografo-artista aveva ingrandito, abbellito, soffuso di atmosfere velate ecc…
Il quadro sovrastava la madia, in genere, una corda incrociata lo manteneva come in bilico, appeso alla parete altissima…e lo sguardo del capofamiglia dominava tutta la stanza.Mio sorella abita in campagna in una casa enorme del seicento, ha mantenuto la struttura antica, con il vasto loggione, e a una parete è ricomparso questo quadro di famiglia…..l’ho fotografato.
All’apertura della mostra, ho iniziato a proiettare le mie Presentazioni, “La cucina…” e la prima diapositiva era focalizzata su questa immagine…entrano mia sorella e cognata, vedono ‘sta immagine ..e si mettono a piangere!!!!
Ditemi un po? il quadro ce l’hanno davanti tutto il santo giorno…non gli fa più effetto…ma lì, introduzione a un tema “pacifico” come l’ambiente cucina, accanto a fornetti di ghisa, madie, mattarello, focolare, tutti in mostra a parlare di tempi andati, ha fatto emozionare non solo loro!
Conclusione: tutti questi oggetti sono ritornati nelle cantine, granai, magazzini, al loro sonno dell’oblio!!!!!!
Smetto…
Ivana
sono solo attrezzi per tostare il caffè/orzo in casa: la boccia con i due manici a forbici, si fissa alla catena del focolare, e si agita con movimento a 180 gradi, di qua e di là, per tostare i grani all’interno; l’attrezzo si apre a scatola, due semisfere sovrapposte nel bordo, proprio come una scatola di biscotti di latta.
L’altro attrezzo, stessa funzione, ma sul gas o sulla cucina economica, e una manovella con interno a spatola che smuove i grani di caffè, per non farli bruciare!
Per il primo ho ricordi “calienti” della mia infanzia, quando mi demolivo il polso a forza di voltare di qua-di là, sul fuoco la boccia di ferro!!!
VoilaCiao…
Grazie….volevo proprio sollecitare, visto che rimane sempre chiusa questa porta…
appena ho un minuto vi posto le foto per l’aceto balsamico e la saba!
ivn
Caro Carlino,
son qui, tutta la mattina in giro!
Ma ho in serbo le immagini, che adessso spedisco, che vedrai nel sito dell’album, sotto nonna ivana.
Ho praticamente sia degli attrezzini antidiluviani, che il robot con accessori della Braun, in più quello ad immersione, ma bello pesante, accessoriato, anni ottanta, che uso per le creme di verdure, mentre per montare ho proprio lo sbattitore con relative ciotole antiscivolo, fruste per montare e per impastare leggero, in più l’impastatrice Princess per il pane nero o di segale, che mi faccio settimanalmente, per me sola. Poi un robot tefal di strapazzo che uso per affettare le cipolle per la zuppa, o per fare le salse da bollito.
Ma spero , che vedrai meglio nelle immagini…parto adesso con l’invio, poi Susanna sarà così gentile da metterle nell’album!
Grazie dell’interess amento
Ciao
Ivana
P.S. il mio Braun è un 700, con anche tritatutto, centrifuga, e vari coltelli per le verdure, per le pommes frites, ecc…
uno sbattitore ariete, che sostituisce un moulinex major, degli anni settanta, già defunto, poi una impastatrice Prinzess, un robot Tefal non un gran ché, ma serve proprio per non impasticciare gli altri
Del Braun ho particamente gli accessori, ciotole e il resto di defunti Braun 600-650, quindi quando lavoro le utilizzo degnamente tutte in una volta: faccio mezzo chilo di brisée salata, mezzo chilo di frolla, un impasto per due pinze bolognesi e mi sbrigo velocemente!!!!
Non mi piace stare in cucina tutti giorni, ma quando ci sono, sono come invasata, non è permesso a nessuno di venire a deconcentrarmi…salvo solo per “eseguire” immantinente i “miei ordini”!!!!Sono tutti attrezzi modesti, e non proprio di ultima generazione, ma validi per il mio modo di cucinare, e per le nostre esigenze..
Per altri elettroomestici…ho una bella rappresentativa, fornita, dal fornetto Ferrari, alla crepiera-raclette-, quella per gli spiedini su piattaforma rotante,varie bistecchiere elettriche, poi non elettrici, tigelliere, piadiniera, ecc….Non finisco più, scusa…
IvanaCara Paola
Buona Notte,
hai dovuto lavorare con tutte le risposte per noi!!!
Ci risentiamo….
Ivana
Da noi la pulizia delle padelle era con la crusca di grano, o anche rina di mais.
Il tipo che ho presentato, non si vede ma ha una scanalatura a forma di triangolo nella parete opposta al manico, ed era per versare senza problemi lo strutto liquido.
In paese c’era il così detto ” magnano” o “stagnino” una figura di artigiano ormai scomparsa: riparava, mettendo le “pezze” e ristagnando le parti danneggiate. le varie padelle e le “stagnédi”, le pentolone a fondo arrotondato, vi mando le foto, oggi, che servivono per cuocere nell’acqua, le minestre, le paste, verdure e soprattutto la polenta!Ora servono come sottovaso, ben ripulite all’esterno della spessa patina di fuliggine!!!
Buona giornata, scappo per portare Agnese a scuola!!!
Ciao
Ivana
Ma come si fa a resistere a dei piatti così goduriosi come questo!
Poi la provocazione da foto così…pregnanti!!!Io sono una pasticciona nata, cose del genere …meglio non pensarci!!!
Meglio che la passi a mia nuora!!! Mi succede spesso, ultimamente…che mi arrendo!!Grazie
Ivana
Caro Luigi,
vedo che gli strukli sono in una teglia da forno, quindi vanno passati al forno.
Anch’io ho fatto una piccola ricerca e ho trovato una ricetta similare, che parla appunto della cottura al forno con un misto di panna acida e panna da montare.
Naturalmente ci saranno molte varianti, come succede anche per le nostre ricette.Bravo Luigi,
vedi che adesso rileggo la ricetta, e questo ripieno lo trovo ottimo, e raffinato….
va be’ che oggi il referto del colesterolo mi ha proprio messa a terra (figurarsi anche le mugugne del Cerbero a proposito della mia…golosità!), ma che ci devo fare…che colpa ne ho io se le cose buone ci regalano il colesterolo?Dalle nostre parti, e già l’ho detto, c’è questo modo di arrotolare paste con i ripieni, anzi di là voglio mettere il “rotolo bolognese”
Grazie Luigi, per ricetta, foto e…mi piacciono anche i colori!
Ivana
ciao Paola P,
guarda che il polo chimico è Basel, no?
e io ero a Schweizerhalle, ti dice qualcosa?Ma è cosa antidiluviana, tant’acqua è passata sotto i ponti!!!!
Ciao
Ivana
Ciao Chiaretta,
bene arrivata
auguri anche per gli studi…fatti onore, da quelle parti! Ci sono stata anch’io un quarantennio fa!!!!!! (Settore chimica!)
Ciao
Ivana
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