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Mimma, bella domanda!
Io in questi casi mi rivolgo al mio “Dizionario Etimologico della Lingua Italiana ” di Cortellazzo e Zolli.Nel caso specifico trovo la seguente definizione di manteca “composto omogeneo di sostanze grasse” da cui “mantecare”:”agitare e mescolare qualcosa per ridurla allo stato di manteca”. La parola risulta presente nella lingua intorno al1830 e deriva da un termine di origine indoeuropea indicante il burro.
nel 1500 peraltro già esisteva un tipo di vivanda definita”mantegada”.A questo punto direi che il termine riferito ell’uso generale al risotto è un po’ improprio, ma l’Enciclopedia Treccani mi conforta riportando oltre a questo significato che “…in culinaria, lavorare una pietanza con burro o panna, specie durante la cottura,in modotale da conferirle un aspetto morbido e cremoso.”
Mimma, questo ho trovato 😉
Posso aggiungere che in Puglia, dove la dominazione spagnola ha lasciato il segno si chiama Manteca un formaggio di forma piccola, a pasta di scamorza con al centro un globo di burro.
( uno schiaffo al colesterolo! 😆 😆 )Grazie, buona domenica anche a voi!
@alexanna wrote:
alcune domande d’obbligo per avere maggiori chiarimenti
il tuo Lui quanto tempo in più dorme la mattina?
cioè quanto tempo hai a disposizione ?
una ora, due ore, tre….. 5?Aspettiamo
aggiungi:
ammesso che siamo in presenza di un dormiglione o che l’eroe sia stato volutamente estenuato la notte precedente per guadagnare tempo, il ragazzo ha anche l’ udito a posto?
Perché se si parla di torta Paradiso bisogna anche mettere in conto un sonno di piombo o i tappi nelle orecchie per non sentire l’impastatrice che monta il burro per almeno una quindicina di minuti 😆 😆 . Idem per altre preparazioni.
Concordo sull’idea del pasticciere sotto casa [smilie=011.gif]Buongiorno, dopo essere passata sulla bilancia, mi sa tanto che mi tocca solo l’odore della colazione 🙁
i tetti sono imbiancati di neve.felice domenica a tutti!
Molto interessante, Mimma. A me le torte salate piacciono da impazzire e questa dev’essere gustosissima.
bella l’idea del curry nella pasta, non ci avrei mai pensato.Paola, le infiorescenze puoi tranquillamente “buttarle” insieme le foglie tenere. Per i gambi, se non sono troppo grossi puoi togliere la parte filacciosa, come si fa per i gambi di sedano, tagliarli a tocchi e magari calarli un attimo prima delle foglie.
Forse ho trovato: il tiramisù, se almeno il mascarpone è consentito. Dovresti starci con i tempi.
Credo che di ricette sia pieno internet. Io non saprei consigliarti, noi non ne andiamo pazzi.
Lo so, lo so che questa pasta regge l’attesa, specie se sono orecchiette fatte in casa.
Fermo restando il problema dell’attesa, dato che l’ospite ritardatario viene a pranzo qui nei giorni lavorativi la ricetta viene eseguita solo nei prefestivi o festivi dato che Gianluca non vuol sentire neppure l’odore del cavolo 😈 .
Forse a Pietro piacerebbe il nome che danno al mio paese a questo piatto se eseguito con le orecchiette: “Cingl e cèngl” ( con la gl di glicine e non di giglio)Susanna, facciamo così, direttamente copincollato da Wikipedia, spero si possa se no cancellalo
L’etimologia del nome è incerta e si sono avvicendate versioni molto diverse. In lingua piemontese il termine bonet indica un cappello o berretto tondeggiante, la cui forma ricorda quella dello stampo a tronco di cono basso in cui viene cotto il budino.
Di fatto lo stampo di rame in cui si cuocevano i budini e i flan, veniva chiamato bonet ëd cusin-a cioè cappello da cucina, berretto del cuoco. Il dolce avrebbe quindi preso il nome dallo stampo. Questa è l’interpretazione che viene data dal vocabolario Piemontese/Italiano di Vittorio Sant’Albino del 1859.
Un’altra interpretazione diffusa nelle Langhe, una delle zone di origine, ritiene che il nome richiamasse il cappello perché il dolce veniva servito alla fine del pasto. Come si indossa il cappello da ultimo prima di uscire, così si mangiava il bonet da ultimo prima di terminare il pranzo o la cena: a cappello di tutto il resto.a me si apre normalmente 🙄
Mimma, ero curiosa anch’io sull’etimologia del nome.
Guarda qui [smilie=011.gif]
http://it.wikipedia.org/wiki/BonetMeno tempo…se pensavi alla torta Paradiso di tempo te ne occorre molto di più, considerato anche il tempo del raffreddamento 🙄
Una torta di mele da servire tiepida? Ma, sarà che non amo le torte di mele, non me la vedo da San Valentino.
Non puoi preparare il giorno prima?ti propongo questa ricetta che ho appena preso dal mio archivio per farla domani.
Ma se provi a fare una ricerca sul forum ne trovi tantissime.Quanto alla torta Paradiso il mio parere personale è che sia un po’ troppo friabile per farcirla.
CHEESE CAKE AI MIRTILLI
Fondo
200 g di biscotti secchi frullati
125 g di burro
1 cucchiaio di latteFarcia
3 uova
280 g zucchero
250 g ricotta
250 g mascarpone
1 cucchiaio di farinaGuarnizione
confettura di mirtilli
12 limoneAmalgamare i biscotti polverizzati con il burro sciolto ed il latte, foderare di carta forno una tortiera apribile di 22 cm di diametro e stendervi il composto con il dorso di un cucchiaio, facendolo risalire ai bordi. Mettere in frigo.
Montare a neve i tre albumi, lavorare a crema soffice gli altri ingredienti e unire gli albumi al composto.
Versare nella tortiera ed infornare a 200° per circa 12 ora o più avendo cura, se si scurisca troppo di coprire con un forno di alluminio.
Quando il dolce è freddo ( è fisiologico che si “sieda” un po’) coprire la superficie con 3 cucchiai di confettura di mirtilli diluita con il succo di 12 limone.
Mettere in frigo.Dida, grazie per questa lezione di autentica cucinoterapia! [smilie=011.gif]
oggi a pranzo per Ettore la polenta di ieri tagliata a fette e abbrustolita, salsicce cotte con vino rosso e semi di finocchio, funghi champignon in padella, con qualche pezzetto di porcino secco ammollato per insaporire,poi frutta. Io lattuga in insalata, un pezzettino piccolo di salsiccia e tre mandarini (mi servivano le bucce per il mandarinetto).
Stasera un passato di verdure e per Ettore anche formaggio, frutta per entrambi. -
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