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@pasticcino wrote:
😯 😯 😯 😯 😯 😯
il brasato…che buono! fa impazzire pure il mio cucciolo.
per la polenta…avendo io farina di mais e di grano saraceno separate, che prorporzioni devo usare?
Per formaggio e burro trovero´ una idea per sostituire per me altrimenti senza formaggio e burro per me, ma per i miei uomini va benone cosí´…
e dovrei pensare alla dieta 😳
brava Paola 😀Io ,di solito miscelo uguale quantità di farina di mais(bramata o integrale) e grano saraceno.
[smilie=011.gif]Ottimo risultato! Bravissima Susanna!
Buona grazie , sembra la ricetta che uso per i baci di dama con in più le uova ed il lievito, la proverò sicuramente! [smilie=011.gif]
Buona giornata a voi, grazie per il caffè!
Il cielo è sereno ,l’aria frizzante e si prospetta un bel fine settimana!!!! [smilie=007.gif]
Che volere di più dalla vita?
….Noooo il lucano no! Un lucano non lo voglio! [smilie=smilie_face_18.gif]16 Gennaio 2008 alle 9:58 in risposta a: Il broccolo romanesco, una verdura di stagione (2^ parte) #195930Susanna grazie, mi piace tantissimo questa ricetta!
[smilie=smilie24.gif] [smilie=smilie24.gif] [smilie=smilie24.gif] [smilie=smilie24.gif] [smilie=smilie24.gif]16 Gennaio 2008 alle 9:51 in risposta a: Il broccolo romanesco, una verdura di stagione (1^ parte) #195901Mamma mia..che bontà! [smilie=yummie.gif] [smilie=yummie.gif] [smilie=yummie.gif]
Bravissima Paola!!!!! [smilie=yummie.gif]
Bella ricetta! [smilie=honger.gif]Grazie ! Interessante questa variante! [smilie=007.gif]
Arlecchino è una famosa maschera bergamasca della Commedia dell’Arte.
Da Wikipedia:
Sulle origini di questo personaggio, e del suo nome (conosciuto a livello planetario) si è molto disquisito: ciò che si sa per certo è che ad un certo momento della storia della commedia dell’arte appare come un alter ego dello Zanni, cioè il servo inurbato, antica maschera della commedia della quale il personaggio di Arlecchino è l’evoluzione.La carriera teatrale di Arlecchino nasce a metà del cinquecento con l’attore di origine bergamasca Alberto Naselli noto come Zan Ganassa che porta la commedia dell’arte in Spagna e Francia sebbene fino al 1600 – con la comparsa di Tristano Martinelli – la figura di Arlecchino non si possa legare specificatamente a nessuna attore.
L’origine del personaggio è invece molto più antica, legata com’è alla ritualità agricola: si sa per certo, infatti, che Arlecchino è anche il nome di un demone ctonio. Già nel XII sec. Orderico Vitale nella sua Historia Ecclesiastica racconta dell’apparizione di una familia Herlechini, un corteo di anime morte guidato da questo demone/gigante. E allo charivari sarà associata la figura di Hellequin. Un demone ancora più noto con un nome che ricorda da vicino quello di Arlecchino è stato l’Alichino dantesco che appare nell’Inferno come capo di una schiatta diabolica.
La stessa maschera seicentesca evoca in maniera abbastanza palese il ghigno nero del demonio presentando il resto di un corno perso dal diavolo nel suo aspetto più umanizzato.
Quanto alla radice del nome, è di origine germanica Hölle König (re dell’inferno), traslato in Helleking, poi in Harlequin , con chiara derivazione infernale.
Ma il particolare che accomuna tutti gli Zanni della Commedia dell’Arte è lo spirito villanesco, alle volte arguto (come il seicentesco Bertoldo di Giulio Cesare Croce), ma più spesso sciocco, ovvero quello del povero diavolo, come nei servi delle commedie sin dall’epoca di Plauto, attraverso le commedie erudite del Quattro-Cinquecento, sino alle commedie alla villanesca di Angelo Beolco, che attorno al primo Cinquecento metterà in scena le sventure del contadino Ruzante.
Questa tipologia di personaggi sono legati tra loro dalla ritualità rurale e, attraverso i suoi miti legati alla sfera ctonia, da elementari passioni che si potrebbe definire più bestiali che umane.
Già durante il medioevo, del resto, un certo aspetto di comicità appare con demoni che si aggiravano sulle scene delle sacre rappresentazioni: questo era da un lato probabilmente un tentativo di esorcizzare le paure del soprannaturale, ma anche di mettere in burla il potere dei demoni pagani della terra che erano ancora molto presenti nell’immaginario popolare, soprattutto nelle campagne, ed esercitavano ancora un grosso potere che l’ascesa del cristianesimo non era riuscito a sradicare.
Lo stesso Alichino della Divina Commedia, cui si è accennato in precedenza, eredita – giocoforza – questo tratto burlesco.Arlecchino nella commedia
Arlecchino approda nei palcoscenici al tempo dei cantimbanchi, dei cerretani e simili che hanno percorso le piazze e le fiere italiane sin dal Medioevo.
Lo Zanni dei cerretani è presente in molte raffigurazioni (es. l’incisione della Fiera dell’Impruneta di Jacques Callot) sia anteriori che posteriori alla sua nascita come personaggio della Commedia dell’Arte.
Arlecchino è un personaggio diretto discendente di Zanni dal quale eredita la maschera demoniaca (sebbene spesso la maschera di Zanni è stata rappresentata bianca) e la tunica larga del contadino veneto-bergamasco.
Infatti la prima incisione di Arlecchino, che si trova nel libro Composition de Réthorique, di Tristano Martinelli, forse il primo Arlecchino o il primo attore che impose una forte presenza scenica a questo personaggio, porta ancora la tunica larga con molto bianco e alcune pezze colorate sparse.Ma già sin dalle incisioni della Raccolta Fossard, precedenti a Martinelli, Arlecchino appare invece con un vestito molto aderente quasi una calzamaglia; da questo alcuni deducono che Arlecchino discenda direttamente dai giocolieri di strada che notoriamente avevano il costume attillato.
Fantastico Paola ! In giornate uggiose come queste un piatto così ti risolleva lo spirito!!!!!! [smilie=011.gif]
@mariangela wrote:
Roberta, ma dalle tue parti non nevica ??? [smilie=007.gif]
Finito di lavorare…. torno in città con la piena del fiume Serio!
Ho pronotate un gommone per fare rafting! [smilie=015.gif] -
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