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gaviota argentea 17 anni, 4 mesi fa.
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Spero di ricordarmi bene il nome di questa insalata che ho “copiato” in un ristorante in Marocco. Io non sono molto brava a copiare quello che ho nel piatto, ma in questo caso era tutto “a vista” o facilmente individuabile e quindi al primo tentativo di rifarla non mi restava che qualche “aggiustamento” nelle dosi.
Praticamente è un’insalata di cavolfiore crudo, che riesce benissimo quando si ha la fortuna di avere a disposizione della verdura freschissima.
1 cavolfiore bianco piccino
4 carote piccole
1 limone
1 spicchio d’aglio
4 cucchiai di olio evo
1 cucchiaio di acqua di fior d’arancio
12 cucchiaino di comino tritato
12 cucchiaino di paprica
sale.Mettere in una ciotola le cimette più tenere del cavolfiore e le carote tagliate a julienne, condire con l’aglio tritato ( se non si vuol mangiarlo si può usarlo per strofinare la ciotola) l’olio, il succo del limone, le spezie e l’acqua di fior d’arancio. Mescolare.
gavi a quando dici cavolfiore intendi questo?
Infatti… volevo chiederlo anche io… A Roma troviamo facilmente anche questo (infatti si chiama broccolo romesco)
Il suo sapore è magnifico!
Grazie Gaviota!
Susanna io quel broccolo lo chiamo pinetto me lo sono inventato 😳 oppure si chiama anche così??????
comunque è ottimo,volevo provare a fare l’insalata con quello chissà se viene bene?Il cavolfiore che uso io è come quello di Alexanna, qualche volta ho la fortuna di averne a disposizione uno appena colto di una mia amica con orticello.
Quelli a pinetto qui li chiamano”romani” ma non si vedono tanto spesso.Infatti quel pinetto lì non mi sembra che ci sia qui da noi! Mi servo sempre di verdura fresca di campagna e non sono molto pratica di altre qualità.
A cento metri da me c’è un appezzamento di terreno tutto cinto da una alta siepe di lauro, tutto frazionato per creare dei mini orti per i pensionati. Zia Irma ce l’ha avuto per anni e anni, solo quattro ani fa, all’insorgere della malattia del marito, ha rinunciato.
L’altro giorno ho fotografato alla men peggio una parte agibile, visto che è anche chiuso con delle grate e chiavistello. Ero curiosa di vedere il trattamento che qui viene fatto al Cardo, che dopo risulta bello bianco, tenero. Se ne era parlato ultimamente, ed io incuriosita volevo documentarmi sul cardo emiliano.Al riguardo ho una curiosa ricetta di cardo fritto, molto antica, appena l’ho in “bella copia” la spedisco!
Ciao
Ivana
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